ne uccide più la lingua che la spada
Con ne uccide più la lingua che la spada entriamo in un mondo dove la sensualità non si esprime con fretta, ma con profondità. La donna che vediamo non è un oggetto da osservare, ma una presenza viva, un corpo che respira e racconta se stesso attraverso gesti lenti e intensi.
Le sue mani percorrono la pelle come se riscoprissero territori dimenticati, e ogni movimento diventa un linguaggio silenzioso. Non c’è urgenza, ma un ritmo intimo che invita lo spettatore a sentire più che a guardare.
ne uccide più la lingua che la spada diventa così un’esperienza che supera lo schermo, un invito a contemplare la femminilità nella sua libertà e autenticità.